8 MARZO 2021
DON RENZO BOSCAROL
Con don Renzo, ci siamo conosciuti negli anni sessanta nell’esperienza della consulta giovanile, nel periodo del grande fermento conciliare nella chiesa goriziana, con maestri, sacerdoti e laici, che seppero guidare e indirizzare la comunità tutta in un percorso di crescita, di ricerca, di assunzione di responsabilità. Di lui si apprezzavano la concretezza e semplicità. Nel suo lavoro di giornalista non si limitava a fare cronaca, ascoltava le persone si calava nei fatti, vivendoli dall’interno e condividendo l’umanità di ciascuno. Non si limitava a vedere le vicende da un punto di vista istituzionale ma sul piano umano. In termini cristiani incarnava faceva cioè propria la realtà. Parlare di Concordia et Pax, in cui si è speso senza risparmio assieme a figure come don Vinko Paljk, don Rudolf Gašper, Michele Martina e tanti altri, significa parlare di questo. Il cercare di affrontare i nodi e le difficoltà della riconciliazione tra le due comunità, italiana e slovena, vittime, lacerate dall’idolatria delle ideologie che per decenni hanno condizionato le relazioni tra le nostre genti, lasciandoci nodi ancora da sciogliere.
Concordia et Pax ha rappresentato in lui il confluire del pensiero cattolico della nostra gente isontina, italiana e slovena. La ricerca della riconciliazione, il dovere dell’ascolto dell’altro, del dialogo, del confronto. Il coraggio di capire i perchè, cercare di dare risposte nel rispetto della verità e della giustizia. Il rimanere fedeli nella ricerca del progetto di Dio e non del nostro progetto. In questo percorso non escludeva nessuno ma invitava tutti a percorrerlo assieme. Concordia et Pax, con la Santa messa celebrata dagli arcivescovi Metod Pirih e Antonio Vitale Bommarco e la lapide benedetta a Montesanto nel dicembre 1995, è stata il punto di arrivo dell’impegno di generazioni intere della comunità cristiana goriziana, ma anche punto di pertanza, nella ricerca di percorsi di riconciliazione.
Don Renzo, anima spirituale di tutto il movimento, è stato l’attento e sensibile costruttore di relazioni di pace, di coraggiosa e rispettosa ricerca di memoria storica della nostra comunità isontina. Da quì il suo impegno nell’Istituto di Storia sociale e religiosa, nell’Istituto per gli Incontri culturali mitteleuropei, nel Centro studi Rizzatti e nella comunità ecclesiale, un rigoroso impegno di cultura sociale e politica. Instancabile. Si propose così l’appuntamento annuale “Sentieri di memoria e di riconciliazione” e poi, nel 2000, la costituzione dell’Associazione. Assieme a don Vinko Paljk e a don Rudolf Gašper, Michele Martina ed altri è stato il paziente tessitore di dialogo tra le due comunità. Le messe e le preghiere comuni sulle cavità e sulle fosse delle vittime civili dei massacri dell’ultima guerra, i campi di internamento degli sloveni di Arbe (Rab), Visco, Gonars, la risiera di San Sabba, Borovnica e Lubiana, il lapidario ai caduti sloveni, il lapidario ai goriziani deportati. I tentativi di affrontare la vicenda delle deportazioni. La proposta della costruzione di un ossario per raccogliere i resti di tutte le vittime della seconda guerra mondiale che giacciono insepolte in territorio sloveno. Si parlò del santuario di Log presso Aidussina, poi la proposta di un ossario per il Litorale. Il sostegno dell’allora presidente del consiglio Romano Prodi. Il primo recupero di salme ad Aidussina, ostacolato e fermato proprio da chi avrebbe dovuto aiutarci.
La celebrazione, nel 2005, del sessantesimo dalla fine della seconda guerra mondiale, sul Sabotino alla chiesetta del San Valentino, sono state le sole celebrazioni transconfinarie che anticipavano di venti anni l’incontro dei due presidenti a Basovizza. Seguì il riconoscimento dei tre comuni di Gorizia, Nova Goriza e Šempeter. Quando la politica, di fronte ad una risposta scomoda o non gradita, si è ritirata preferendo il silenzio e l’oblio, si è continuato a proporre il dialogo e l’ascolto. Don Renzo, instancabile, è stato l’anima di queste iniziative e la comunità intera gli è grata per il lungo e coraggioso cammino fatto. Protagonista, spesso scomodo, ci lascia un testimone da raccogliere e un cammino da portare a compimento. Oggi ci ricorderebbe che va fatto assieme, cercando assieme i passi da fare, senza omissioni o bugie, a cuore aperto e sincero, senza paura della verità.
Franco Miccoli
VADEMECUM PER IL GIORNO DEL RICORDO
Anno 2019
a cura dell’ Istituto regionale per la storia della Resistenza e dell’Età contemporanea nel Friuli Venezia Giulia
Vademecum_10_febbraio_IrsrecFVG_2019-testoI RAPPORTI ITALO SLOVENI
Anno 2019
Atti di Concordia et Pax n. 4/2019
I VICINI LONTANI
Anno 2005
Atti di Concordia ed Pax n. 2/2005